Giuseppe Perrone ritorna a raccontare e lo fa con un cameo di piccole storie legate alle terre calabresi degli antichi Bruzi e dei coloni della magna Grecia per guardare da vicino i luoghi del passato ricostruendo atmosfere e circostanze che il presente tende a dimenticare in una sequenza di personaggi, usi e tradizioni. Il turno del latte per fare il formaggio, il lavoro a prestafè delle donne, la raccolta notturna dei fiori di gelsomino, il cesto rapito del cicala e tante altre storie alla riscoperta di un mondo in cui c'era la condivisione sociale e la vita paesana era una tessitura comune, una partecipazione, a volte di necessità, ma solidale e solida. L'autore, calabrese di nascita, ci parla al cuore con un linguaggio semplice, amabile e per certi versi trascinante.