"... Era dilatato dovunque e al tempo stesso il concentrato di un nucleo senza confini; senza inizio e senza fine e la parte centrale era il Sé autentico che non nasce mai e non muore mai. Nel rendersene conto, provò un moto di compassione per ogni cosa scritta nella vita e, per riscontro, gli arrivò l'energia di un amore del quale sentiva l'eco scandirgli i battiti del respiro, ormai armonizzato con la totalità di cui faceva parte, provocandogli un'ondata di gioioso pianto irrefrenabile. Quell'amore sconosciuto, eppure stranamente familiare, risiedeva nel punto più interno di quell'astro individuato come affine, carico di una verità antica e assoluta, espansa e concentrata nell'illimitato divenire di quell'istante. Entrambi si erano scoperti anime somiglianti in attesa di un ricongiungimento definitivo, dopo un assiduo peregrinare tra oceani incantati e deserti abitati da vite sconosciute..."