Giancarlo Bregantini parte dagli alberi, con i loro colori e i loro frutti, compagni dell'uomo in tutte le stagioni, per comporre degli scritti poetici e intensi. Ci parla della Calabria, in cui è vescovo e del Trentino da cui proviene, sognando e lavorando per un'Italia della reciprocità, in cui i doni e le diversità siano valorizzate. Sono scritti di cronaca, ma anche scritti di fede. Sullo sfondo e sopra tutti gli altri alberi, Bregantini pone infatti l'albero della croce, perché «da quell'albero scende su tutti un fiume di grazia e di luce che trasforma ogni deserto in giardino dai mille colori, i colori della pace e della vita».