La morte al compimento dei cento anni di Maria Granda, donna controversa ma rispettata, è occasione inderogabile perché la sua famiglia allargata, apparentemente disunita e distante, si ritrovi per dividersi la sua eredità. Generazioni diverse si incontrano a Italia, distretto di Tupungato in Argentina, dove Maria, originaria di Cellarengo, in Piemonte, gestiva la hacienda di famiglia. Nel loro confronto si allentano le maglie del tempo che offuscavano antichi e drammatici eventi, lasciando affiorare verità terribili ma solo in apparenza disgreganti. In un crescendo di emozioni, i segreti che erano stati accuratamente celati tornano a galla, ma ciò che viene alla luce - imbarazzanti legami col nazismo, cadaveri occultati, paternità insospettabili - non sono che inutili epifanie. Eppure è proprio nelle situazioni difficili che emergono i legami tra le persone, sono questi valori, che siano di sangue o di affetto, a contare veramente. Una vicenda di migranti e delle loro migrazioni tra due continenti, Europa e America del Sud, a cavallo di due secoli. A una prima impressione, non vi sono molte similitudini con gli eventi epocali che, con sbarchi giornalieri, caratterizzano i giorni nostri, ma è un inganno dovuto alle diversità culturali: gli esodi hanno in comune tra di loro le sofferenze che patiscono le popolazioni che si spostano e i traumi che si generano nei luoghi di accoglienza. L'autore sembra giocare con le ossessioni e i sentimenti dei personaggi, creando per ognuno di essi personali contributi e un suo ruolo specifico, necessari per districarsi in una trama altrimenti complessa.