Una selezione di racconti scritti per diverse antologie e che spaziano tra i generi più disparati, dal gotico al comico, usando anche pseudonimi che sono libertà e divertimento, perché i confini vengono divelti e si può attingere a parti di sé che a volte si fatica a esprimere e forse anche a riconoscere e accettare. Usare uno pseudonimo è immaginarsi un'altra vita, dona spazio e realtà alternative, altri vissuti, altri modi di pensare. Uno pseudonimo ti rende irriconoscibile soprattutto da te stesso e da te stesso ti distacca e distrae, ti fa spaziare in generi che non ti aspettavi ti fossero così congeniali. Una raccolta che è un piacere leggere proprio per l'eterogeneità di generi e identità degli scrittori usciti dall'inventiva dell'autrice, in un gioco di scambi che dilaga anche tra un racconto e l'altro.