«Un certo sguardo d'acciaio e dolcissimo sul dolore, una specie di confidenza. Fenoglio è quello sguardo, lo è in ogni singola riga» (Alessandro Baricco). Ettore è il tipico disadattato uscito dalla guerra partigiana scontroso e insofferente, che non riesce a rassegnarsi alla modesta e tranquilla routine di un'esistenza qualunque, senza brividi, senza slanci in avanti. Per questo decide di darsi ad affari loschi ma molto redditizi, che lo facciano sentire di nuovo vivo per davvero, sfruttando la sua grinta di «duro», di piccolo Humphrey Bogart di paese. Ma quando, costretto a metter su famiglia, si ritira e si dedica a un lavoro onesto, uno stupido incidente volge l'epilogo in tragedia. "La paga del sabato" è un distillato in purezza di scrittura fenogliana, in cui si concentrano densissime tutte le sue caratteristiche più peculiari: il piglio svelto e concreto, il modo di raccontare per scorci vigorosi, la capacità di delineare in poche battute personaggi memorabili. Con una Nota e una bibliografia essenziale di Ernesto Ferrero, la cronologia della vita e delle opere.