Pubblicato la prima volta in Francia nel 1994, "La scuola degli egoisti" esce dalla fucina del miglior Schmitt. Un ricercatore di filosofia si imbatte nel nome di Gaspard Languenhaert, oscuro filosofo del Settecento propugnatore di una singolare "filosofia dell'egoismo". In base a tale dottrina il mondo non esiste in quanto fatto oggettivo, ma è semplicemente una proiezione mentale dell'individuo. Le tracce storiche sul bislacco personaggio sono estremamente scarse, sembra addirittura che nel tempo qualcuno le abbia fatte volutamente sparire, e il nostro intraprende quindi una caccia per biblioteche, archivi e soffitte di castelli alla ricerca di documenti che dimostrino la reale esistenza di Languenhaert e spieghino la sua arcana filosofia. Attraverso le scoperte del ricercatore il lettore viene a conoscenza della strana dottrina dell'uomo che affermava di essere l'unica entità realmente esistente, e della vita assurdamente comica da lui condotta in un mondo che, sempre secondo la sua dottrina, non è "vero", ma deriva dalla sua mente. Il tutto culmina in un finale a sorpresa che racconta come il mondo, negato dal filosofo, non abbia conservato di quest'ultimo alcuna traccia.