«Il mondo: rocce aguzze. Il corpo: ossa bianche. Vivo da anni nelle mie ossa e nel mio mondo: una valle assolata, le rocce spaccate; esseri umani minuscoli, le mani strette a mappe invisibili; la sabbia scende dal cielo e le montagne si ricoprono, fino all'orizzonte, di granelli fittissimi, le rocce sul punto di accartocciarsi sotto quella pioggia vorticosa e scura. La natura sembra andare a fuoco, il cielo è coperto da un velo color del rame. Poi cancello quelle forme: il paesaggio deserto sprofonda in una foschia ancora più spessa.»