Un diario di bordo. Un viaggio avventuroso e sofferto attraverso una malattia che sgretola a poco a poco la vita, dall'interno, come una larva timorosa di luce. Al di là degli sterili commenti di chi gode nell'incoscienza della salute, questa è una malattia vera, di cui si ha quasi timore a parlare, un baratro che divora l'anima e i pensieri, annulla la capacità di reagire e la felicità diviene l'ultima delle chimere, inconcepibile. Per chi ogni giorno lo affronta, il male oscuro è una rampa di scale che non finisce mai, un autunno perenne, un cancello arrugginito, un muro chiazzato di follia, è un cuore impazzito che piange le proprie macerie. Ma le parole di Elisabetta ci insegnano che l'affetto, l'amore, il contatto delle persone care, silenzi complici e poche autentiche parole possono restituirti un raggio di sole. Certo, le nubi indugiano ancora nell'azzurro, ma il coraggio e la voglia di combattere ci sono: la dura riconquista del quotidiano può cominciare.