Una mattina piovosa a New York, nel 1871. Il giovane Martin Pemberton, giornalista freelance, rimane colpito da un omnibus a cavalli che trasporta un gruppo di anziani signori, tutti vestiti di nero, gli sguardi persi nel vuoto, le teste ciondolanti. Tra quei passeggeri a Martin sembra di riconoscere il proprio padre, che credeva morto. Nel tentativo di rintracciare il veicolo e ritrovare quel genitore nemico che un tempo aveva rifiutato, Pemberton vaga attraverso la contraddittoria New York di fine Ottocento, assediata dalla miseria, devastata dalla guerra di Secessione da poco conclusa, ma già lanciata verso il nuovo secolo. Poco dopo lui stesso scompare. Sulle sue tracce si mette McIlvaine, il caposervizio del giornale per cui Martin scrive recensioni letterarie. L'improvvisato detective scoprirà così che anche le vie illuminate dai recentissimi lampioni a gas, il telegrafo, i giornali che invadono la città, tutta la luccicante vernice della modernità nascondono una cupa congiura animata dagli istinti e dalle pulsioni più primitive. Sarà oltre il fronte del porto, nell'edificio della riserva idrica, moderna cattedrale, che si compiranno le oscure alchimie, mentre il lettore rimane a domandarsi fino a quale punto di abiezione ci si possa spingere in nome della scienza e del progresso.