L'esistenza di Alberto Orsini attraversa come un tracciante il periodo della pandemia, fino a spingersi in un futuro scandito dall'intelligenza artificiale che nessuno ancora conosce. Mai rassegnato fino in fondo e mai consapevole in tutte le sue azioni il protagonista riesce a disintegrare il microcosmo familiare e l'ambito di tutte le relazioni circostanti. A nulla servono le esperienze passate, mediate dai compagni di scuola, dagli amici e dai colleghi di lavoro. Dominato da un ottimismo avventato e dilagante, Alberto svolge la sua professione di enologo in un paesaggio seducente, avvolgente anche per il lettore. Con serenità la vita sfugge di mano, il proprio mondo è sempre più imperscrutabile, gli affetti si dissolvono implacabili, i conti non tornano più. Eppure non è possibile astenersi dal provare empatia verso il protagonista perché nella vita di Alberto, nella sua impotenza e superficialità c'è una parte della vita di ciascuno di noi. Quella che non possiamo raccontare.