Una storia di precarietà materiale ed esistenziale, di radici tossiche da cui emanciparsi gettandosi nel nulla che offre il presente. Martino Bux è cresciuto vicino alla base aerea di Sigonella, dove nel secolo scorso si facevano le grandi manovre per un'altra guerra invisibile. Nel paesino siciliano di Castiglioni ha avuto la sua distorta educazione sentimentale, fatta di cattiveria e violenza, che lo ha trasformato nel giovane uomo qualunquista e meschino che è. I genitori speravano in lui affinché li riscattasse e si costruisse un futuro; lui però fatica persino ad avere un presente, figuriamoci un futuro. Vive nell'inferno tutt'altro che metaforico di Roma, in una scatola di macerie ricostruite a immagine del passato e del turismo domestico chiamata San Lorenzo. Molla l'università e si ritrova a lavorare in un call center dentro uno scantinato, insieme a decine di altri giovani pagati sei euro lordi: tutti senza futuro, senza presente, senza niente. Poi però arriva Antonia, «Toni», che gli salva la vita, e lo toglie dal cornicione su cui sta a fissare il vuoto pronto a cedere alla vertigine che gli sale da sotto i piedi. Toni gli dona una percezione approssimativa ma piuttosto reale di quello che può essere il paradiso all'inferno. Purtroppo però i paradisi in terra quasi mai sono destinati a durare...