Una storia di redenzione e d'amore, intima e civile, dove la denuncia e lo stupore si reggono insieme. Mimì Orlando ha quindici anni quando è costretta ad abbandonare la sua casa e la sua terra. L'anno è il 1975 e la famiglia di Mimì parte dal Salento verso la Svizzera, inseguendo un sogno di prosperità che si trasformerà però in incubo. In Svizzera ci sono le fabbriche, dove si lavora un materiale adatto a mille utilizzi, le cui minuscole fibre si infilano nei polmoni e col tempo li distruggono. In Svizzera Mimì scopre il freddo, che gela le dita e l'anima, ma anche l'amore, tra i capannoni dove i tanti emigrati trovano rifugio. Vent'anni più tardi torna in Puglia, ormai madre sola, determinata e orgogliosa, ingorda di quella gioventù che la vita le ha negato, a lottare contro i fantasmi del passato, assistita dalle voci degli antenati e dal coraggio di continuare a immaginare un futuro migliore. Con una lingua impastata di terra anche quando alza gli occhi al cielo, Desiati dà vita a un romanzo in cui le cose semplici brillano di un'intensità che brucia e riscalda.