Quando comincia a scrivere Amedeo, Giacomo Debenedetti ha ventidue anni. Cerca sé stesso nel ragazzo Amedeo, nella volontà di svelare «cosa si nasconde dietro le cose». Un giovane in lotta con la propria vocazione di artista e il richiamo delle origini ebraiche. Questa la trama, 'proustiana' si direbbe, ma all'epoca - inizio 1923 - il maggiore critico italiano di Proust non aveva ancora letto la Recherche. Caldeggiato da Saba e apparso nel '26 nelle edizioni gobettiane, Amedeo fu salutato con entusiasmo da Montale. Accanto ad Amedeo, i racconti Cinema Liberty, Suor Virginia, Riviera, amici, in una prosa quasi impalpabile mettono in gioco l'incertezza e la sensualità dell'adolescenza, il rapporto tra volontà e destino, e paventano le angosce della Storia. L'esordio narrativo di un magistrale esploratore di libri altrui, un «suonatore di violino» (Saba) che avrebbe cambiato il volto della critica novecentesca.