La città è nata calda, ma le cose non rimangono come sono. È una legge scritta nella pietra dura. Succede sempre qualcosa. Spesso si tratta di eventi insignificanti che si sedimentano nella consuetudine. È allora che all'improvviso si delinea la possibilità di un pericolo invisibile, come ghiaccio nelle tubature. Da qualche parte si forma una crepa. E le crepe, si sa, sono la promessa distratta di un crollo. A poco a poco, la città nata calda perde le sue estati perenni. Il calore si affievolisce in un ricordo trasparente, un fantasma di cui si arriva a mettere in dubbio l'esistenza. La vita rallenta intorpidita, si congela. Cambiano i desideri e l'amore diventa difficile. Vengono i brividi. La scrittura di Elisa Davoglio è una scrittura di neve. Sembra innocua. Scende a fiocchi, lenta e silenziosa si raccoglie. A un certo punto ci si guarda intorno e tutto è bianco.