Annarita comparve all'improvviso una mattina nella sala professori del liceo dove Alberto insegnava da qualche anno. Entrò nella sua vita con lo slancio, la disinvoltura e la spontaneità del suo carattere. «Ciao, sono Annarita, la nuova insegnante di Scienze» disse tendendogli la mano e illuminando il volto con un sorriso, appena accennato sulle labbra ma intensamente acceso nei suoi occhi. Quando la solitudine incontra l'amore non può conservarsi integra: porterà sempre con sé i segni del sentimento universalmente riconosciuto come unificante fra due persone. Eppure, Paolo D'Amico, con la sua prosa raffinata e precisa, poco impiega a confutare tale tesi: il protagonista del suo romanzo, ferito dalle mortificazioni della vita, non trova pace nemmeno in un grande amore. Dunque, attraverso parole incisive e lo sguardo di una macchina da presa, ci accorgiamo di come alcuni tratti, dentro di noi, siano eterni perché non è sempre vero che gli altri ci salvano, a volte ci salviamo da soli. (Rosa Chiara De Simone)