Una ragazza di origini pachistane massacrata dalla famiglia in nome di un "codice d'onore" che ci appare arcaico e barbaro, che percepiamo immediatamente tale perché "altro" e lontano da noi nel tempo e nello spazio. (Dimenticando, forse, che il "delitto d'onore" è stato cancellato dal nostro Codice penale solo nel 1981). Un fatto di cronaca recente, che in questo racconto si dipana attraverso le storie e i ritratti dei protagonisti, rielaborata in una chiave di verosimiglianza. Nel ricordo delle origini, nei viaggi drammatici delle migrazioni, nell'incontro tra culture diverse. Che per qualcuno è ricchezza generativa, per altri è chiusura e scontro, fino condurre all'ipotesi una scelta fatale. Nel racconto di formazione della protagonista e di alcuni personaggi si intrecciano tematiche sociali "calde", che ci interrogano: la difficile ricerca di identità dei giovani migranti di seconda generazione - tanto più ardua per le ragazze - il bullismo, ma anche la cura, l'accoglienza, la condizione adulta come risorsa di lucidità, comprensione e protezione. Perché "se cambiamo il modo di guardare le cose, le cose cominciano a cambiare"