Javier Cercas vuole raccontare in forma di romanzo il tentativo di colpo di stato del 23 febbraio 1981 in Spagna. Scopre, però, che « per una volta la storia è stata coerente, simmetrica e geometrica, e non disordinata, casuale e imprevedibile », che quella realtà possiede in sé «tutta la forza drammatica e il potenziale simbolico che esigiamo dalla letteratura». E allora, con un gesto di grande coraggio, decide di rinunciare, o forse fingere di rinunciare, alla fiction per fare l'«anatomia di un istante» ed esporre i fatti: il colonnello Tejero che entra armi in pugno nel parlamento di Madrid, le pallottole che fischiano nelle Cortes e i politici che cercano riparo sotto i banchi dell'emiciclo. Tutti tranne tre, che resteranno seduti ai loro posti a sfidare i golpisti. E così scopriamo che i «nudi fatti» non sono per nulla semplici, ma sono anche la loro interpretazione e il loro racconto.