Me la ritrovo dappertutto quest'arte contemporanea. Non mi dà pace. Son lì che ceno e salta fuori quello che la detesta, provo a spiegare che Tintoretto nel Cinquecento era contemporaneo, ma nessuno mi crede, vado a una mostra, faccio un giro nella fiera di tendenza, visito i musei in giro per il mondo e lei, l'arte intendo, è sempre lì che mi guarda. E poi gli artisti. Vorrei parlarci con certi artisti, anche se mi rendo conto che sono distanti e che, anche volendo, non potrebbero ascoltarmi. E allora gli scrivo. Faccio finta di averli qui di fianco e gli dico quello che penso. Sotto l'ombrellone e al ristorante, nel display di uno smartphone o nel televisore al plasma, sono più di vent'anni, che lei, l'arte contemporanea, non mi molla. Però... che meraviglia.