Dalla miseria dell'infanzia con una madre senza marito alla condizione finale di moglie precocemente sfiorita, Anna sembra scontare l'inappellabile condanna all'infelicità del suo essere bastarda. Ma, più che di una sofferta espiazione, la sua vana ricerca di felicità brilla della luce di un dolente accettare la vita. E la storia di Anna bambina, giovane e adulta, che si snoda nel suggestivo scenario del Volterrano dai tempi della Prima guerra mondiale, si fa, da individuale, emblema del destino umano di "paura e tristezza". Simbolo con il suo nome delle tante figure femminili che popolano le pagine di Cassola, Anna sintetizza in sé le vicende di tutte. Un personaggio di indimenticabile purezza, un romanzo struggente, che cattura con la sua «sottilissima filigrana» (N. Ginzburg) e il suo «incanto disarmato» (A.M. Ortese).