Battista è troppo povero per comprare un cappello elegante che possa sostituire l'impresentabile bombetta tanto disprezzata dalla donna di cui è innamorato. Decide così di mettersi al servizio di Filippo che dopo aver scoperto il tradimento della moglie, parte in treno (moglie fedifraga annessa) per andare a praticare gli sport invernali e bere vino. Fra storielle ferroviarie e strani personaggi, a un tratto da uno scatolino spunta fuori don Tancredi: incorreggibile rubacuori, in seguito a numerosi duelli per questioni amorose ha via via perso tutte le parti del corpo, e ora è grande non più di una lenticchia. La triste storia di un rottame umano, di un innamorato timido, di un dongiovanni in disarmo, di un marito infedele e di una moglie traditrice si trasforma così in una girandola di nonsense, paradossi, e aneddoti divertenti. Il testo cardine di Achille Campanile è qui introdotto dalla magistrale prefazione di Umberto Eco che, svelando i principali meccanismi del comico utilizzati dall'autore, rende omaggio a un umorismo ancora sorprendentemente attuale e in grado di conquistare il lettore contemporaneo.