È estate e le zanzare tigre assediano e colpiscono il protagonista, che ne ha un'avversione oltre la soglia della psicosi. Ama gli immigrati e odia i vecchi, che ritiene responsabili del disastro della sua città e del suo paese. Non sopporta più il luogo in cui vive e, per cambiare vita, decide di indagare su uno degli affari mafiosi che immagina dietro le nuove attività commerciali del suo quartiere. Sono nate dopo il covid, per celare attività di riciclaggio e malaffare, in luoghi incongrui, che hanno mantenuto le loro caratteristiche funzionali primitive: una sartoria in una macelleria, un lavaggio macchine in una palestra di danza, una lavanderia in un negozio di pesci tropicali, una sala slot in un'officina meccanica. Vuole "scoprire qualcosa da mettersi proprio nei guai" e poi sfruttare un programma di protezione che lo allontani dal suo paese e gli fornisca una nuova vita e una nuova identità.