Per tutta la sua carriera, Böll ha coltivato la forma del racconto, arrivando a tratteggiare, attraverso le sue raccolte, un ritratto senza censure della vita tedesca negli snodi cruciali del Novecento, dall'epoca precedente la Seconda guerra mondiale fino agli anni Settanta. «Più di ogni altro narratore tedesco della sua epoca» scrive infatti Anna Ruchat, curatrice di questa raccolta, «Heinrich Böll ha saputo guardare e raccontare la realtà del proprio tempo senza filtri ideologici ma con una profonda sensibilità religiosa, una pietas senza condizioni.» Questo volume racchiude quarantadue testi - alcuni dei quali mai tradotti in italiano -, tra brevi, brevissimi bozzetti e narrazioni più articolate, dai quali emerge la voce inconfondibile dello scrittore, ora cruda, grottesca, beffarda, ma anche teneramente lirica. Si va dai racconti giovanili anteriori alla Seconda guerra mondiale alle numerose storie degli anni Quaranta, con lo scenario bellico e post-bellico; e poi i racconti degli anni Cinquanta, nei quali guerra, fame e miseria sono ancora presenti, ma proiettati sullo sfondo di una ripresa economica che Böll osserva con amaro sarcasmo; per chiudere infine con la produzione degli anni Settanta, che mostra la Germania divisa, la Guerra fredda e il terrorismo. Tra testi celeberrimi come Viandante, se giungi a Spa... e Vai troppo spesso a Heidelberg, si segnala il Rapporto sui sentimenti politici della nazione, qui in una nuova traduzione: una feroce satira del mondo dello spionaggio e dell'assurda divisione tra Est e Ovest.