"Speriamo non sia nulla di grave, che sono già quasi le undici.» Salendo in macchina Rossetti lo riportò sulla terra. Non lo poteva dire, ma stavolta era d'accordo con lui: il turno sarebbe finito a mezzanotte e certe sere poteva capitare che per un ubriacone che aveva rotto lo specchietto di una macchina camminando a zig-zag si dovessero fermare in questura a scrivere fino alle due o alle tre del mattino, mentre il beone magari era già a letto beato. Alle volte veniva quasi voglia di non rispondere a quella maledetta radio. Il turno di pattuglia sta andando via liscio come l'acqua protetta dai frangiflutti del porto in una fredda notte d'inverno. Fino a quando la pantera della polizia su cui viaggiano l'ispettore Marco Pieve e l'agente Enrico Rossetti riceve una richiesta d'intervento: in una zona piuttosto malfamata della città un immigrato sta prendendo a calci una porta e urla, disturbando la pubblica quiete dell'intero quartiere. È così che i due poliziotti fanno conoscenza con Mamadou, migrante senegalese che chiede, irragionevolmente ma con tenace insistenza, di essere portato in carcere, pur non avendo commesso alcun reato. Pieve e Rossetti si ritrovano in un cul de sac, fra superficiale menefreghismo, voglia di staccare dal lavoro, umana pietas per l'incomprensibile richiesta del ragazzone di colore, improvvisi pruriti alle mani da tenere a bada, scorciatoie mezze illegali e imprevisti vari. Fino all'inatteso, tragico epilogo. Luca Bizzarri, attore di cinema, tv e teatro, politicamente molto attivo sui social, ha scritto una black comedy che racconta come una piccola seccatura, un problema da poco, nella notte di due poliziotti possa trasformarsi in tragedia. Uno sguardo diverso e tagliente sul problema dell'immigrazione, sulla convivenza tra culture, sulla pigrizia umana nel non confrontarsi con la realtà cercando spesso semplici vie d'uscita davanti alle complessità.