Nella presente opera, messe al bando la baldanza di una qualsivoglia appartenenza e ogni forma di antropocentrismo, gli esseri vivono una familiarità diversa. Un mattino Ester apre l'imposta e vede, zampette al vetro, una locusta. Dopo una iniziale ripulsa si apre a un immaginario dialogo, nel corso del quale emerge la visione distopica del mondo per gli insipienti comportamenti degli esseri umani, non giunti ancora alla consapevolezza che la vita è da vivere nella globale armonia della libertà, la quale non può non implicare eguaglianza e giustizia. Due mondi diversi, quello delle locuste e degli umani. L'anelito a una realtà diversa, che giammai nell'essere umano si spegne, compare come vaneggiamento nell'epilogo di questa proposta aperta a vari generi letterari.