Anni fa, in un dipartimento di fisica dell'Iowa, un gruppo di ricercatori studiava il plasma, l'elusivo quarto stato della materia che avvolge il pianeta, proteggendolo da forze cosmiche potenzialmente catastrofiche. Nessuno di loro, tuttavia, aveva percepito nei corridoi dell'istituto la presenza di un'altra forza oscura, stavolta tutta di origine terrestre, dalla quale sarebbe stato impossibile difendersi. Tempo dopo, Jo Ann Beard, che dei fatti era stata testimone, avrebbe deciso di ricostruirli, disponendo quella storia atroce al centro di una piccola galassia di racconti autobiografici - come un buco nero che, da un momento all'altro, minacciasse di inghiottirli. Il risultato - questo libro diverso persino da se stesso - è qualcosa cui una pagina dopo l'altra ci si scopre, con stupore, impreparati: un album fatto di dodici lunghe canzoni narrative, a volte cupe, a volte luminose, a volte struggenti, a volte acide. Ma tutte, già al primo ascolto, impossibili da dimenticare.