In questi racconti, Anna Maria Artini ha dipinto l'universo con il suo pennello che a tratti diventa bacchetta magica e in altre si trasforma nel bastone di un anziano patriarca. I colori che adopera sono quelli dell'amore e della fantasia, che siano tinte lievi di acquarello o pennellate dense di tempera od olio poco importa, ciò che conta è la vita che da questi tratti ne emerge. Aggrappati alla corda d'argento a volte si ride, più spesso si piange, ma sempre si riceve in cambio la promessa più alta, quella cioè che l'uomo qui, su questa terra, non è da solo a consumare i suoi passi nella via. Gli angeli di questi racconti sono amici fidati, illuminano, confortano, se possono semplificano il compito e sempre pazientano per vedere infine realizzata la trasformazione auspicata.