Lucca. Anni Settanta. Il piccolo Acquacheta dopo aver conseguito la Licenza Media abbandona, per necessità, gli studi e si inserisce nel mondo del lavoro. Ciò lo porta a contatto con la realtà cittadina, tanto diversa dalla tranquilla routine del borgo in cui è cresciuto. È ormai uno sbarbatello eppure continua a guardare al mondo, soprattutto degli adulti, con quella ingenua e spontanea curiosità che lo ha caratterizzato da sempre, convinto che si possa imparare a diventare grandi semplicemente osservando e ricopiando il comportamento degli altri. Sordo ai consigli, alle raccomandazioni dei genitori ha in sé il piglio proprio degli adolescenti. Solitario ma capace di adattarsi con facilità a stare in compagnia, soffre la distanza vera o presunta dai suoi coetanei che affrontano esperienze che a lui, giovane operaio, sono precluse. Altruista, generoso, sempre pronto a dare una mano. Il sorriso sulle labbra. Anche quando non è facile. Una bicicletta rossa regalatagli dal padre sarà il suo biglietto per affrontare la città e imparare non solo a conoscerla ma soprattutto ad amarla. Esperienza dopo esperienza, gaffe dopo gaffe, innamoramento dopo innamoramento, Antonio, non più Acquacheta, si lascia travolgere dalla vita e dai momenti belli che essa riserva.