"Luca comincia a parlare. Parla di lavoro, di soldi, della Roma e della schedina che ha giocato. Poi si avvicina e inizia a baciarla, le sussurra all'orecchio alcune cose che vorrebbe farle. Matilde è esausta, ma sa che quando dice di no Luca si innervosisce e mette in dubbio il suo amore per lui. Quindi si lascia spogliare, mentre lui continua a ripeterle che da adesso in poi non dovrà più preoccuparsi di niente. Adesso c'è solo lui." Matilde non sa che la sua relazione con Luca ha preso una deriva pericolosa, perché nella violenza ci è cresciuta. Sin da piccola ha sentito le urla bestiali del padre, visto gli occhi pesti della madre e si è abituata a pensare che la normalità fosse quella. Camilla lo sa che uno schiaffo non è amore, che la smania di possesso, le scenate davanti a tutti sono un segnale allarmante, ma l'ha capito solo a duro prezzo, passando attraverso il terrore e l'isolamento. Alma lo sa che non è facile guardare in faccia la realtà e riconoscere che la persona che ti sta accanto è un aguzzino, glielo raccontano ogni giorno le vittime che incontra al centro antiviolenza. E sa che spesso i ruoli si confondono e proprio la vittima tende a sentirsi colpevole. Ma ha imparato anche un'altra cosa: che il confronto con le altre donne può aiutarti a ritrovare la giusta prospettiva e la forza di reagire. Matilde, Camilla e Alma, tre storie che si incontrano quasi per caso tra i viali caotici e rumorosi di Trastevere. Tre donne che si specchiano una nello sguardo dell'altra e ripartono da un abbraccio