Ci sono dei libri che si preferirebbe non editare. Ma la miseria di questi tempi è tale che io mi sento obbligato a non continuare a tacere, soprattutto quando si cerca troppo a convincere dell'assenza di ogni rivolta. Su questo punto come sugli altri, mi ripugnerebbe credere sulla parola una società che non ne ha nessuna, fino a trovare il suo modo d'espressione privilegiato nella denegazione. Con la naturalità delle stagioni che rivengono, ogni mattina dei bambini si scivolano dentro i loro sogni. La realtà che li attende, loro sanno ancora piegarla come un fazzoletto. Niente è loro meno lontano che il cielo nelle pozze d'acqua. Allora, perché non ci sarebbero più adolescenti abbastanza selvaggi per rifiutare d'istinto il sinistro avvenire che gli si prepara? Perché non ci sarebbero più giovani abbastanza appassionati per disertare le prospettive delimitate che si vuol far loro prendere per la vita? Perché non ci sarebbero esseri abbastanza determinati per opporsi con tutti i mezzi al sistema di cretinizzazione nei quali l'epoca disegna la sua forza consensuale? Ribellarsi, fino in fondo, avviene ogni giorno, a bordo della nave nera.