Una storia che s'interseca e fa da cornice a una serie di racconti, uniti non da un genere specifico, ma dall'esigenza stessa di raccontare. Un padre e un figlio che non sono più in grado di comunicare. Due mondi distanti. Ruoli che si invertono, si fondono e si confondono, nella sospensione di un limbo in cui cercare insieme una via d'uscita. Il figlio è uno scrittore di successo, il padre un nerd appassionato di cinema, fumetti e letteratura pop che ha scelto - o la vita ha scelto per lui - una posizione passiva verso il racconto. Fa infatti il critico cinematografico, destinato a osservare senza agire, a giudicare senza creare. Ma ora il padre, pur di riconquistare il dialogo con il figlio, scende in campo in prima persona, rivelando una serie di storie da lui scritte e mai pubblicate, che diventano anche l'occasione per parlare al figlio di sé, della sua vita, delle occasioni prese e di quelle mancate, di episodi divertenti o drammatici, nella terribile e sublime alternanza di mimico, comico e tragico che ogni umana evoluzione attraversa, facendo della nostra esistenza un percorso narrativo dove, al contrario che al cinema, non esistono trama né artificiosi colpi di scena.