Un brivido improvviso nell'aria notturna, una sottile, insinuante oppressione, un senso di indefinibile disagio accompagnano l'apparizione del fantasma in queste storie di Edith Wharton: non una manifestazione clamorosa, eclatante, terribile, ma piuttosto una crepa che si apre silenziosamente nel muro della realtà. Lo spettro, in queste pagine, è una violazione della più rigida e immutabile delle convenzioni: quella che sancisce la separazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Questo volume presenta la traduzione integrale della raccolta Ghosts del 1937, curata dalla stessa Wharton.