Polke forsennate che infestano le menti di un intero villaggio, transatlantici perduti carichi di follia e presagi, spettri e aspiranti tali, cacciatori di fantasmi: le presenze enigmatiche che attraversano i racconti di Francisco Tario sembrano manifestarsi solo per ricordare agli esseri umani la profonda, eppur godibile, assurdità dell'esistenza, indicando nello humour e nel grottesco non solo uno strumento di navigazione della realtà ma anche una chiave per comprenderla e, finalmente, abbracciarla senza riserve - in una sarabanda di incontri oscuri ed esilaranti nei quali riecheggia la risata beffarda dell'inafferrabile scrittore messicano.