Echi malvagi si odono come un Cantico notturno. Esistono luoghi in cui le Ombre si impossessano degli antri più inaccessibili, dove strani silenzi sono ingoiati dall'oscurità, in anfratti in cui non può morire ciò che mai è esistito. Un picco arido e inaccessibile ove ha dimora la casa che è come una montagna. Aberranti estraneità dal reale, conturbanti distorsioni della psiche, inaccessibili verità che si alimentano di marcescenze irrazionali della mente. Questa raccolta chiude un cerchio (anzi, un triangolo oscuro) raccogliendo sette storie che ruotano attorno a una cava di rena rossa, dove credenze locali e superstizioni ancestrali si perdono nel lerciume di un'esistenza in cui i miseri sono gli ultimi degli ultimi, ingabbiati in una vita dalla quale non saranno mai in grado di uscire, se non attraverso la decomposizione della carne. La prefazione di Francesco Corigliano arricchisce questo volume che ripercorre e ricrea, sotto una forma narrativa in parte diversa rispetto a Racconti sull'innominabile (Horti di Giano, 2020) e Immaginate l'oblio (Horti di Giano, 2021), suggestioni che si formano nelle profondità degli stomaci, come archetipici rigurgiti che si sprigionano dalle interiora dello spirito umano, e non solo umano.