«Questo racconto nasce da una storia vera. Ho usato i disegni per spiegare ai miei figli, all'epoca di sei e otto anni, quello che è accaduto il 1° luglio del 2016, quando il loro zione si è trovato coinvolto in un attacco terroristico a Dacca, in Bangladesh, e dove, insieme ad altre persone, ha perso la vita. Dopo i primi giorni di smarrimento, ho voluto disegnare Vincenzo per poterlo ricordare così com'era, per lasciare una traccia ai miei figli, per spiegar loro chi era, cosa faceva. Vincenzo si è sempre trovato a suo agio in qualsiasi angolo del mondo, parlava un linguaggio universale e ha sempre partecipato con gioia a usanze e tradizioni diverse dalle sue, trasferendole al suo ritorno a chiunque avesse voglia di ascoltarlo. Era un uomo naturalmente votato alla fratellanza e all'integrazione. Anche per questo è bello ricordarlo, farlo conoscere in forma scarabocchiata a chi non ha avuto la possibilità di farlo di persona. Spero mi perdoni quel "nasino alla francese"... Già mi sembra di sentirlo: "Ma io non ho mica quella cosa lì!"». Età di lettura: da 7 anni.