La scaltrita sensibilità storica del lettore impedisce di guardare alla disfida tra cavalieri italiani e baroni francesi come ad una anticipazione del riscatto nazionale del nostro Paese. Massimo d'Azeglio la pensava diversamente. Con l'Ettore Fieramosca imbastì, oltre a un magnifico dipinto, una storia di guerra e di amori che si allontanava di molto dalla scuola manzoniana. Quel che gli interessava era contribuire alla rigenerazione del carattere nazionale e in questo egli ebbe successo. Riprendere oggi il romanzo del 1833 e raccontarlo ai giovani lettori, sfrondandolo da ripetizioni e da inutili complicazioni "gotiche", vuol dire ridargli quella dignità di "classico": documento di una passione intellettuale e politica che voleva costruire, contro ogni precetto letterario o preteso canone, una inedita e polemica identità italiana. Età di lettura: da 10 anni.