L'autrice, in questo romanzo, evita fin da subito le trappole della narrazione "istruttiva" rendendo subito esplicito il suo intento. Infatti, lo scenario in cui si svolgono le azioni dei personaggi del racconto, bambini delle scuole primarie, è subito noto al lettore: siamo in una famiglia "allargata" dove uno dei piccoli, Triba, è giunto in Italia con i "barconi" ed è stato accolto dalla famiglia. Ma anziché indulgere in riflessioni di tipo sociologico, l'autrice butta subito i personaggi nel vivo dell'azione, li fa esplorare il mondo, li infila in un funerale e da lì al colmo di una torre, in un susseguirsi di colpi di scena che fanno dimenticare l'iniziale sospetto istruttivo, senza però rinunciare all'indicazione di fondo (allusa, ormai, a quel punto della storia) che indica l'integrazione come progetto. Insomma, si parte con la "morale" e si finisce con la narrazione. E il tutto funziona.