Storia e tradizione raccontano che la notte in cui nacque Gesù a Betlemme faceva freddo. I pastori sorvegliavano le greggi dalle intrusioni di briganti e lupi. Molti si riscaldavano attorno ai falò. Ma quella era una notte movimentata come mai. Verso una capanna incavata nella roccia si incamminavano persone a loro sconosciute. Ma più delle persone, ad attirare gli sguardi fu il passaggio di un cane enorme e bianco, anzi candido, che spedito, fiutando il terreno, si era unito alla processione diretta alla capanna, ora illuminata da una strana stella. Intanto si era sparsa voce che lì fosse nato l'Uomo che li avrebbe liberati dall'oppressione di Roma. Alcuni vollero vederlo. Ai piedi di una greppia adattata a culla, insieme a una giovane donna e al suo sposo, era accucciato il cane che sembrava vegliare sul Bambino, e poco lontano un bue e un asino. Inizia così il nuovo romanzo di Vincenzo Pardini. La narrazione prosegue sulla linea dei Vangeli, dove vicende di Cristo si intrecciano con quelle dell'animale che mai lo abbandonerà. Fedele e presente, il cane resterà solo il giorno che il Redentore ascenderà al cielo, e randagio rimarrà finché, come promesso, non tornerà sulla terra.