Questo secondo romanzo di Riccardo Ingenito sul Gesù storico discute gli avvenimenti che precedettero, determinarono e seguirono la condanna di Gesù di Nazareth. Le vicende, ricostruite sui testi dei vangeli, annunciano una verità nascosta tra le righe del racconto sugli accordi intercorsi tra Gesù e la comunità essena di Gerusalemme prima della sua condanna. Nella presentazione, ad apertura del libro, l'aurore annota che la sua indagine in forma di racconto, peraltro insieme documentatissima e appassionata, si propone di «arricchire il dibattito intorno alla figura storica di Gesù di Nazareth e non screditare la fede cristiana alla quale l'autore ha aderito in passato e per la quale conserva un profondo rispetto», non a caso aggiungendo infine: «Gesù di Nazareth è nel mio immaginario il mio miglior amico e il mio miglior giudice».