«La chiave della conoscenza è nella vita precedente». In un antico monastero indiano è custodito un mistero millenario, i Nadi Shastra, i libri della vita. Le pagine sono delle foglie di palma essiccate, "le foglie del destino", sulle quali è incisa la storia dell'umanità. Dall'impronta del pollice il bramino risale al Libro della Vita, lì legge il dipanarsi del karma di un essere umano. Pushpavadhani, in un frangente nel quale la sua vita incrocia la guerra e il destino di interi popoli, si reca al monastero per conoscere la chiave della propria esistenza. «Avrai e non avrai, così mi disse il bramino. Ma cosa significa avere? Cose materiali? Le ho avute e non le ho più, questo è vero. Che cosa ho avuto allora, Amore, aiuto, giustizia? Sì, ma come le dà la vita: a tratti e talvolta intensamente. Ci affanniamo affinché tutto vada bene, ma non si può totalmente controllare e indirizzare la nostra vita, o quella degli altri. Dobbiamo metterci in cammino, lasciare andare ciò che non ci appartiene più e vivere ogni momento, per sentire il bene in ogni gesto e pensiero, dentro di noi. Questo è avere: un avere stabile, che non dipende dagli eventi o dagli altri, solo da noi».