Un monaco cattolico e una psicanalista - ebrea e agnostica - si incontrano in un momento in cui soltanto una nuova esperienza di Dio può salvare la loro amicizia e rinnovarla. Il loro dialogo diviene il confronto serrato tra una tradizione, come quella ebraico-cristiana, che rischia di non possedere più alcuna creatività culturale, e le culture della modernità, che rischiano di avvizzire nel loro dogmatismo scientistico. Nell'incontro tra Simon e Ruth, la fede si lascia purificare dalle sue componenti oppressive, dal Dio perverso che chiede all'uomo sacrifici di sangue. Mentre il pensiero psicanalitico e laico torna a desiderare una felicità e una pienezza umane al di là degli steccati della ragione. Si fa strada una nuova esperienza della verità, che si dà solo nel dialogo appassionato tra le persone, come evento relazionale, terapeutico e salvifico al contempo.