Le parole dell'evangelista Giovanni presentano la figura del soldato romano che, con un colpo di lancia, trafigge il petto di Cristo per constatarne la morte prima dell'avvento dello shabbat ebraico a Gerusalemme, giorno festivo nel quale era vietato esporre i cadaveri. Probabilmente era un centurione che la tradizione vuole si chiamasse Cassio Longino. L'importanza della sua figura - che comunque appare soltanto episodicamente nel Vangelo - sta però nella sua conversione. Da quel momento la sua vita sarà costantemente dedicata alla conferma di quella intuizione e al suo rafforzamento. Fino al punto, come si immagina in una parte narrativa, di confrontarsi con l'incarnazione del Male, con il demonio che lo vorrebbe indurre a negare ciò che aveva compreso al vertice del Calvario.