La lettura di quell'antica autobiografia svelò la dinamica e il corso della vita del protagonista. Nel primo manoscritto, egli aveva accettato di sua scelta di passare la porta del tempo insieme alla donna amata, morta duemila anni addietro e risorta per una serie di coincidenze reali e magiche. Nel secondo manoscritto questa decisione lo portò a vivere nella XVIII dinastia dell'antico Egitto, nel 1479-1425 a.C. durante il regno del re Thuthmose III. La sua vita iniziò insieme alla sua amata rediviva Nafârat-iàhy, ospite nella casa dei suoi genitori. Immerso nella società dell'epoca, il protagonista, di buon grado e con buona volontà, si adeguò a usi e costumi di quel tempo. Se per fenomeni inspiegabili sapeva parlare l'antica lingua egiziana fin dal suo tempo dell'800, quando scoprì la tomba di questa nobile ragazza, dovette apprendere la scrittura per iniziare a essere uno scriba. Gli fu d'aiuto e da guida il futuro suocero, che lo introdusse gradatamente nel mondo burocratico, nell'apprendimento delle arti della guerra e nella collaborazione con tecnici per le costruzioni architettoniche.