Regina ha un corpo minuto, ossuto, fragile, animato da una fibra d'acciaio e una dolcezza segreta capace di cogliere i bisbigli dei trapassati nel respiro del cielo notturno mentre misura a passi felici i sentieri dell'Appennino. Ma proprio lei, che di quella montagna conosce i crepacci e gli strapiombi, viene arruolata per portare conforto, grano e vettovaglie ai soldati al fronte. Quando la alleggeriscono del pane per caricarle addosso fucili, baionette e granate si rifiuta di proseguire; le costerà minacce, il nerbo sulla schiena, la prigionia e lo stigma dei disertori. Camminerà nelle trincee sporche di sangue e di fango, patirà la morte degli amici, tornerà ai bambini che giocavano a saltarle in groppa, al suo villaggio, salverà il suo uomopadrone e un poco anche noi.