È il 1893 e nell'aspra campagna siciliana i baroni si aggrappano allo sfruttamento dei contadini per mantenere i loro privilegi. 'Nofrio Patania lavora la terra, è un viddano, così come lo era suo padre, e prima ancora suo nonno. Perché solo una cosa è certa: se i nobili ereditano dai padri il titolo, i viddani si tramandano la miseria. 'Nofrio e Caterina conducono infatti una vita semplice, umile; il loro amore è sincero. Hanno una figlia, Nicolina, e un'altra in arrivo. Le idee socialiste irrompono nella loro quotidianità e con quelle le preoccupazioni e le rinunce. Sono i mesi in cui si realizza lo sciopero dei contadini contro i baroni e 'Nofrio è tra i capi. Il movimento, con le sue contraddizioni, rischia di piegarsi al potere quando la vita di 'Nofrio e della sua famiglia viene sconvolta. Ripercorrendo i fatti reali che portarono alla feroce repressione armata dei Fasci siciliani, l'autore rivela, tramite lo sguardo di una piccola comunità, un lato inedito del più grande movimento di massa dell'Italia di fine Ottocento. Con un racconto capace di parlare di amore e libertà, Ignazio Rosato restituisce alle donne e agli uomini dimenticati dalla storia una voce autentica.