Seguendo un po' Abelardo, un po' Aristotele, Martino cerca di descrivere l'etica di Zaruby, le visioni che ispiravano i Maestri della comunità, i tentativi di trasmettere alla gente comune i valori di una vita più elevata e giusta. Le minacce che lo circondano e un'imprevista rivelazione lo spingono nel frattempo a immaginare una vita diversa.