Cavour è morto da poco, il governo cerca di mediare tra coloro che vorrebbero considerare briganti e assassini i soldati del Regno delle due Sicilie e coloro che li vorrebbero soldati del nuovo Regno d'Italia. Nella Torino postunitaria le fazioni politiche e la stampa si schierano su opposti fronti riguardo all'Offensiva contro il brigantaggio. Nell'ambito di tale iniziativa, il generale Cialdini è incaricato di incorporare nell'esercito Regio i prigionieri del dissolto esercito borbonico dopo l'annessione del Regno delle due Sicilie all'Italia. In questo clima ha inizio il racconto. L'assassinio di un aristocratico sabaudo è l'occasione per accusare del delitto un ufficiale borbonico prigioniero nel Campo di San Maurizio Canavese. Si vuole, in questo modo, assecondare quella parte dell'opinione pubblica che contrasta la politica governativa e nel contempo salvare il colpevole, uomo potente dell'amministrazione sabauda. In un momento storico di cambiamento epocale, in cui grandi ideali e miserie umane si intrecciano, uomini e donne appartenenti a mondi diversi sono costretti ad affrontare la nuova realtà.