Alla vigilia della guerra di Troia Creusa, figlia di Priamo e moglie di Enea, vive una quotidianità apparentemente normale. Ma a chi la osserva da vicino, Creusa appare per lo meno strana, comunque diversa dalle altre signore e padrone di Troia. E in effetti lo è per almeno due fondamentali motivi. Creusa è diversa dalle altre perché sa scrivere ed ha con la scrittura un rapporto viscerale in cui la relazione tra parole e cose ha una funzione evocativa e magica. Inoltre è una donna pensante che analizza con rigore lucido e impietoso la sua condizione esistenziale, la sua incapacità di concedersi all'amore, la sua sensazione di non essere. La vicenda si snoda nell'affresco dell'ampia spiaggia che si slarga ai piedi delle Porte Scee, o per le strade della città o all'ombra dei palazzi e nelle stanze profonde della reggia di Priamo, ma è un affresco sfumato quasi immobile in una condizione onirica che dice la lontananza dei fatti storici, dove la storia, proprio per essere così lontana, può apparirci anche diversa da come ci è stata tramandata.