Vlademaro Taddei, giovane di Bagni di Lucca, parte per l'America in cerca di fortuna insieme al compaesano Jodo Cartamigli (personaggio mitico di Pardini). Arrivati a destinazione vengono assunti come ranger da un'agenzia di San Diego. Durante una missione Vlademaro tradisce l'amico passando dalla parte dei banditi e accumulato un certo malloppo decide di tornare nella terra natale. Proprio qui, grazie alle strategie in campo criminale acquisite in California si mette al comando di una banda di briganti. Dopo anni di colpi andati a segno i suoi uomini vengono catturati e decapitati alle porte di Lucca. Vlademaro, certo di averla scampata, dovrà però vedersela con Jodo Cartamigli, tornato al paese in cerca di vendetta. Sospeso tra verità storica, leggenda e invenzione letteraria, questo romanzo ci porta all'epoca delle pene capitali quando nel 1800 a Roma agiva il famigerato Mastro Titta, boia del Vaticano. Con una scrittura tesa e scarna, Il valico dei briganti è senz'altro il romanzo più terribile e necessario di Pardini, il suo migliore approdo di narratore.