"Quante volte, quelli della mia generazione, dei nati nel dopoguerra, avranno pronunciato le parole della frase del titolo. Ma anche "Arivo all'aione a vedè se cè qualcuno per fa du tiri a pallone". Oppure "Vado al Grubbino a vedè gio'à a bocce" o " Al Grubbone a gio'à a ping pong" o "All'Acli a gio'à al frippe", si rincorrevano sulla bocca di tutti i ragazzi di allora, ahimè, anziani di oggi. Ma mi è piaciuta più delle altre "Faccio un sarto al grubbe a vedè chi c'è" per il motivo che la frase include la parola "grubbe", vocabolo in uso quasi esclusivamente a Nodica. I "grubbe" erano in realtà dei circoli quindi dei club. Una teoria vuole che la singolare pronuncia dei nodi'esi modificò il club in glub e poi in grubbe. Durante la lettura del volume troverete tanti modi di dire ormai quasi fuori uso nella Nodica di oggi. Certe volte per farci rientrare un vecchio detto, ho modificato il racconto. Quindi non prendete alla lettera tutti gli aneddoti. La prima parte del libro è autobiografica. Non tutto corrisponde alla realtà ma è un po' romanzata. Gli aneddoti e gli episodi da me raccontati, danno un'idea di come veniva vissuto il periodo preso in esame. Ma sono serviti anche per rispolverare alcuni modi di dire ormai desueti. A descrivere la propria adolescenza avrebbe potuto essere uno qualunque dei miei coetanei. Il racconto non si sarebbe discostato di molto dal mio. Dei...Se...Ricordi della prossima pagina si poteva allungare ancora ma ho lasciato solo quelli che ho ritenuto fra i più significativi. Dei modi di dire nodi'esi alcuni sono contenuti all'interno del racconto o degli aneddoti mentre altri li ho elencati nell'ultima pagina anche se ve ne saranno sicuramente altri. Ma non voglio tediarvi oltre".